Negli ultimi anni i movimenti antiproibizionisti hanno segnato una serie di importanti risultati che hanno premiato l’incessante lavoro di piccoli gruppi ed associazioni di base che hanno continuato a denunciare l’insensatezza e la ferocia della War ON Drugs nel totale silenzio da parte dei media di regime e nell’isolamento politico. Il più importante di quessti risultati è stato, nel febbraio dello scorso anno, l’abrogazione della Legge Fini-Giovanardi (che equiparava droghe leggere e droghe pesanti) pochi giorni dopo l’imponente manifestazione nazionale ale dell’8 febbraio 2014 organizzata dalla Rete Fino Alla Fine Del Mondo Proibizionista. Ed anche le pur timide e insoddisfacenti leggi regionali sulla cannabis terapeutica come d’altra parte l’allontanamento dalla direzione del Dipartimento Antidroga del famigerato Dottor Serpelloni (il guru della disinformazione che vantava il dubbio reecord di essere il responsabile tecnico di un dipartimento col più basso numero di pubblicazioni scientifiche della storia della Repubblica Italiana) sono segnali che qualcosa sembra cambiare. Le lobby proibizioniste, però, sono più attive che mai e , mentre gli ingenui credono che la legalizzazione della ganja sia prossima grazie alla proposta di legge presentata da Della Vedova, SEL e 5 Stelle (che, oltre ad essere una pessima legge, non avrà mai i numeri per essere approvata in Parlamento), ci sono alcune inquietanti notizie ignorate dai media (salvo qualche sito internet particolarmente attento cone Dolcevitaonline.it) che sembrano dimostrare che gli alfieri della repressione stanno ricominciato a fare danni.
La prima notizia, veramente clamorosa ed ignorata da tutti i media, si è diffusa solo grazie alla denuncia di Biocannabis.it, un sito gestito da alcuni degli animatori della Million Marijuana March romana. Alla fine di luglio, la Commissione Agricoltura della Camera ha approvato all’interno di una legge per la promozione della coltivazione della canapa industriale una modifica che riporterebbe la cannabis nella tabella I (quella delle droghe pesanti) dalla quale era stata rimossa dopo la bocciatura della legge Fini-Giovanardi. Al comma 1 dell’art. 11 della proposta di legge denominata “Norme per il sostegno e la promozione della coltivazione e della filiera agroalimentare della canapa” si legge infatti che la cannabis con più dell’1% di THC dovrebbe essere collocata appunto nella Tabella I mentre la cannabis ora è posta nella tabella II. La differenza è che per le sostanze collocate in tabella I si applicano pene da 8 a 20 anni per lo spaccio e pene amministrative da 2 mesi a 1 anno per i consumatori, mentre per le sostanze comprese in tabella II le pene sono più basse: reclusione da 2 a 6 anni per spaccio e pene amministrative da 1 a 3 mesi per i consumatori. Alcuni giornalisti da me interpellati hanno detto che non se sono occupati perché probabilmente si tratta di un errore in sede di trascrizione di un comma (scritto magari utilizzando la legge “vecchia”) e che dovrebbe essere corretto ora il testo della proposta di legge è già stato inviato alla Commissione Giustizia. Vale la pena comunque di ricordare che anche la Legge Fini.Giovanardi (che nei suoi pochi anni di applicazione ha prodotto carcere, sanzioni amministrative e persecuzioni di ogni tipo per centinaia di migliaia di persone) era solo un piccolo comma, inserito in un decreto-legge sul finanziamento delle Olimpiadi di Torino.
Un’altra proposta di legge liberticida l’ha fatta il Nano Vendicatore Renato Brunetta che, non pago di aver condannato milioni di lavoratori italiani (prima i dipendenti pubblici, poi quelli privati) agli arresti domiciliari quando si ammalano, ha pensato bene di inventare anche l’apartheid per i drogati. Insieme al collega di Forza Italia Francesco Paolo Sisto ha presentato una proposta di legge che prevede diverse ipotesi di “daspo” che dovrebbero essere disposte dal questore verso persone scoperte a “consumare, detenere o cedere stupefacenti” all’interno dei locali da ballo. La proposta di legge prevede tre ulteriori ipotesi in cui il daspo sarebbe a discrezione del questore: per persone che, negli ultimi 5 anni siano state condannate, anche in via non definitiva, per associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti o solo denunciati per importazione, esportazione, acquisto, ricezione a qualunque titolo e detenzione di stupefacenti per uso personale, per persone che negli ultimi 5 anni siano state condannate, anche in via non definitiva, o denunciate per aver partecipato a “episodi di violenza su persone o cose” all’interno di discoteche o locali da ballo; persone che all’interno delle sale da ballo siano colte in flagranza e il cui comportamento sia segnalata alla polizia dal responsabile alla sicurezza del locale (con i buttafuori che a questo punto avrebbero gli stessi poteri degli agenti delle forze dell’ordine). Le idee di Brunetta hanno trovato l’immediato plauso del Ministro di Polizia Alfano che ha dichiarato che il daspo antidroga verrà inserito nella prossima legge-delega sulla sicurezza del Governo Renzie e che verrà esteso ai locali pubblici. Si preannunciano, insomma, tempi di apartheid per i consumatori di sostanze proibite costretti la sera a rimanere a casa o a cercare rifugio nelle ultime panchine sopravvissute, in attesa che ci sia il Daspo anche per gli arredi urbani.
Anche la “guerra agli ubriachi e ai drogati per le strade” (inaugurata nel 2008 dal Governo Berlusconi, mentre il ministro Tremonti tagliava i fondi per la sicurezza stradale) sembra destinata ad inasprirsi. E’ stata infatti rifinanziata dal Governo con uno stanziamento di 800 mila euro e sarà estesa ad altre 50 città la campagna straordinaria di controllo sulle condizioni psicofisiche dei conducenti di veicoli, voluta dal capo della Polizia, Alessandro Pansa, ha interessato, nei tre mesi estivi, inizialmente 19 province del territorio nazionale, cui si sono aggiunte in corso d’opera Rimini e Lecce. Ad essere impiegato è stato un nuovo protocollo operativo per l’ accertamento dell’assunzione di sostanze stupefacenti, basato sul test di screening sulla saliva (che nel caso della cannabis danno risultati positivi anche 6-7 ore dopo che si è fumato, che scendono ad 1-2 ore se nel frattempo si mangia qualcosa di salato) effettuato direttamente in strada. Tutti gli studi, compreso l’ultimo rapporto della Commissione Trasporti della Camera a inizio settembre, indicano che le cause principali degli incidenti stradali sono la velocità dei veicoli, le condizioni delle strade e la mancanza di segnalazione e che la “guida in stato di ebbrezza” ha un ruolo marginale anche rispetto a fattori come le distrazioni causate dall’uso del telefonino, ma a pagare per tuttisaranno quelli che per essere trovati positivi ai test, in pochi minuti si ritroveranno senza patente, col veicolo confiscato e con la prospettiva di dover affrontare pene detentive e multe salatissime.
Sarà un autunno caldo, insomma, per gli antiproibizionisti italiani che dalla loro hanno comunque la forza di un movimento che è sempre più internazionale. All’inizio di agosto le strade di Berlino si sono riempite di decine di migliaia di persone accorse per la tradizionale Hanf-Parade per la liberazione della ganja. Venerdì 4 settembre, invece, a Belgrado migliaia di persone hanno manifestato per le strade della capitale della Serbia, Belgrado, per chiedere la legalizzazione della cannabis. Il corteo, organizzato da diverse associazioni, chiedeva al governo una legge immediata per il diritto alle cure a base di cannabis per i malati, e iniziative per consentire la coltivazione e la lavorazione della canapa industriale e la depenalizzazione del consumo ludico di marijuana.
robertino